foglio di calcolo maxima analisi elemento barra incernierata
es_instabilita_flextors_raffinato_iniziolez.mud
ali e rinforzi spess. 4mm, anima spessore 2mm, 60000N di carico distribuito sulla campata.
schema_instabilita_v000.pdf
piramide_buckling_base.mfd
piramide_buckling_neotiranti.mfd
piramide_buckling_neopannelli.mfd
Struttura di esempio:
struttura tubolare a schema piramidale.
base 600×750 mm
altezza 600 mm
sezioni tubolari con diametro esterno 12mm, spessore di parete 2 mm; quindi piuttosto snelle.
alluminio 6060 T6, E=70000 MPA, ys~Rp02=165 MPa
giunzioni modellate per collasso nodale - continuità di rotazioni e spostamenti.
appoggiata sui quattro vertici della base, con posizionamento isostatico.
caricata da un carico verticale di 1000N compressivo applicato al vertice della struttura.
Note sul modello specifico:
si inseriscono tra i risultati le caratteristiche di sollecitazione su trave “beam orientation vector”, “beam axial force”,…
la sezione ha (vedi guida elemento) 16 punti di integrazione sulla circonferenza (layers); richiedere in output una “equivalent von Mises stress” con opzione “max & min” sui layer per verificare lo stato tensionale del materiale.
si rileva un fattore di amplificazione del carico applicato (1000N) a criticità di 8.462
si rileva un abbassamento del punto di applicazione della forza a 1000N di 0.07020mm
Il sistema è in equilibrio tuttavia non è posizionato nello spazio, quindi sono stati aggiunti i seguenti vincoli di posizionamento:
due vincoli di posizionamento in direzione x (un carrello in direzione x ed un carrello in direzione y che bloccano le traslazioni in x e la rotazione z).
un vincolo di posizionamento in direzione y sul nodo centrale.
La struttura ha due piani di simmetria (xz e yz), quindi le deformate sono simmetriche a meno di un moto di corpo rigido non generalmente simmetrico.
La sezione ha area 62.84mm^2 e snervamento compressivo sotto sforzo normale di 10367 N.
Notare che su uno dei montanti è possibile preimpostare una perturbazione della rettilineità di entità 1mm.
Linearized Pre-Buckling Analysis:
Note per lo studio individuale
struttura discretizzata in configurazione indeformata precaricata;
dato un sistema di carichi/vincoli di cui alcuni potenzialmente non omogenei, calcolo lo stato di precarico con un precalcolo lineare elastico. Ottengo in questo caso uno stato tensionale $\underline{\sigma}^0 = \left[\sigma_x^0 \sigma_y^0 \sigma_z^0 \tau_{xy}^0 \tau_{yz}^0 \tau_{zx}^0\right]^T$, che nel caso dell'elemento puntone si riduce ad uno sforzo normale $N^0 = \sigma^0 A$;
noto il precarico, calcolo la matrice di rigidezza “geometrica” o di “precarico” $K_{G}$ associata a tale condizione di precarico indotta dal sistema di carichi applicati sulla base del lavoro che tale precarico, supposto costante, compie sugli spostamenti infinitesimi a partire dalla configurazione indeformata.
Il sistema deve essere considerato in grandi rotazioni (funzioni trigonometriche espanse in serie di taylor almeno al secondo ordine) al fine di poter estrarre la matrice di rigidezza “geometrica” o di “precarico”. Tale matrice scala scalando il precarico e quindi i carichi applicati.
Compongo la matrice di rigidezza dell'elemento non precaricato (matrice di rigidezza relativa all'elasticità del materiale) con la matrice di rigidezza geometrica, scalata per un fattore $\lambda$
ottengo una matrice di rigidezza combinata nella forma $ K = K_{el} + \lambda K_{G} $ e un sistema di equazioni di perturbazione dell'equilibrio iniziale nella forma $$ \left(K_{el} + \lambda K_{G}\right) \underline{\Delta u} = \underline{\Delta F} $$ ove $\underline{\Delta u}$ è una perturbazione della configurazione iniziale in termini di spostamento, in risposta ad una perturbazione \underline{\Delta F} delle forze esterne.
nel caso la matrice di sistema risulti singolare, ovvero sia $\lambda_i$ t.c. $$ \det\left(K_{el} + \lambda_i K_{G}\right)=0$$, si ammettono soluzioni in termini di perturbazione agli spostamenti non nulla a fronte di un'assenza di perturbazione delle azioni esterne. Il problema si riduce ad un'estrazione di coppie di autovalori generalizzati $\lambda_i$ e autovettori $\underline{v}_i$ t.c. $$ \left(K_{el} + \lambda_i K_{G}\right) \underline{v}_i = \underline{0} $$.
tale problema generalizzato agli autovalori/autovettori può essere ricondotto ad un problema agli autovalori “standard” premoltiplicanto per $K_{el}^{-1}$ (dovrebbe risultare invertibile in assenza di moti di corpo rigido residui) e procedendo ad un'inversione della forma dell'autovalore, ottenendo dopo semplici passaggi $$ \left( K_{el}^{-1} K_G - \mu_i I \right) \underline{v} = \underline{0} $$ ove $\mu_i = -\frac{1}{\lambda_i}$
I fattori $\lambda_i$ sono fattori di amplificazione del precarico (e quindi del sistema di carico che lo ha generato) che rendono singolare la matrice di sistema e aprono a soluzioni distinte rispetto a quella prevista per evoluzione continua dalla condizione di piccoli carichi.
Forma alternativa implementata in MSC.Marc, in coda ad analisi nonlineari:
Si considerano due condizioni di equilibrio carico/spostamenti distinte $\underline{P}_0,\underline{u}_0$ e $\underline{P}_1,\underline{u}_1$, tipicamente estratte da due step successivi del caricamento incrementale introdotto per agevolare il N-R.
Si considerano le due matrici di rigidezza $K_0$ e $K_1$ associate a tali condizioni di carico.
Si suppone un'evoluzione lineare della matrice di rigidezza con l'evolvere del carico, per cui si associa alla condizione di carico $\underline{P}^\lambda=\underline{P}_0+\lambda \left( \underline{P}_1 - \underline{P}_0 \right)$ la stima della matrice di rigidezza tangente come $K_t^\lambda = K_0 + \lambda \left( K_1 - K_0 \right)$.
Si procede quindi in maniera analoga alla procedente andando ad impostare il problema agli autovalori generalizzato $$ \left(K_0 + \lambda_i \left( K_1 - K_0 \right)\right) \underline v_i = \underline{0} $$ da cui le coppie di fattore critico di amplificazione $\lambda_i$ e tangente al ramo di soluzione biforcato $\underline{v}_i$. Tale soluzione diventa repentinamente ammessibile in sovrapposizione a quella associata al ramo già percorso una volta raggiunto lo stato di carico $$\underline{P}^i=\underline{P}_0+\lambda_i \left( \underline{P}_1 - \underline{P}_0 \right)$$
Si usa chiamare primo carico critico il primo punto di biforcazione incontrato incrementando i carichi dalla condizione iniziale di sistema scarico (non precaricato). Non è detto sia il carico critico minore.