wikipaom2016:tria3
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Linea 1: | Linea 1: | ||
+ | |||
+ | |||
+ | |||
+ | |||
+ | Riferimenti: | ||
+ | ====== ELEMENTO TRIANGOLARE | ||
+ | |||
+ | Prendiamo in esame la nostra struttura, ovvero il dente di una ruota dentata. | ||
+ | Il problema prevede un incastro applicato alla base del dente, per isolare lo stesso dal resto della ruota dentata, una forza di contatto che è risultante delle pressioni di contatto dente-dente e infine abbiamo definito lo stato tensionale e deformativo di un volumetto di materiale localizzato sul raccordo del dente. | ||
+ | |||
+ | Tramite l' | ||
+ | Esiste una formulazione duale alle tensioni, la quale parte dall’equazione di equilibrio sulle tensioni, per ricavare tramite legame elastico le deformazioni e infine tramite equazioni di congruenza, | ||
+ | Quindi nella teoria dell’elasticità l’approccio tipico è quello alle tensioni, mentre nella teoria agli elementi finiti l’approccio è agli spostamenti. | ||
+ | |||
+ | ====== FEM – DISCRETIZZAZIONE DEL DOMINIO CONTINUO ====== | ||
+ | |||
+ | Il problema si riduce a conoscere gli spostamenti di ogni punto della struttura. | ||
+ | Definiamo un sistema di riferimento (x,y) che ci aiuterà nel piano a definire i punti di interesse, | ||
+ | e per ogni punto P della struttura il nostro problema agli spostamenti si riconduce a conoscerne: | ||
+ | * u che abbiamo chiamato spostamento in direzione x; | ||
+ | * v che abbiamo chiamato spostamento in direzione y; | ||
+ | * w che abbiamo chiamato spostamento in direzione z. | ||
+ | |||
+ | Questi spostamenti sono funzione di x,y ed eventualmente di z. | ||
+ | |||
+ | Quindi in nostro problema si riconduce a ricavare gli spostamenti dei punti del dominio, ma i punti del dominio sono infiniti, per cui abbiamo infinite incognite, quindi non riusciamo a trattarlo con un calcolatore, | ||
+ | |||
+ | Per ovviare si procede suddividendo il nostro dominio in una serie di sottodomini di forma triangolare, | ||
+ | Tuttavia la nostra struttura in esame non è poligonale, quindi si accetta un “errore di discretizzazione del contorno” dovuto al fatto che si approssimano tratti curvi con segmenti rettilinei. | ||
+ | |||
+ | Questi sottodomini determinano una “Partizione” e presentano le seguenti | ||
+ | * l’unione dei sottodomini restituisce il dominio originale di partenza; | ||
+ | * i sottodomini hanno intersezione nulla l’uno con l’altro, cioè non si sovrappongono. | ||
+ | |||
+ | Per cui nel far ciò accettiamo che il contorno del dominio originale sia rappresentato solo in forma approssimata; | ||
+ | |||
+ | Tale errore di discretizzazione si riduce se invece di partizionare degli elementi in una dimensione caratteristica che posso chiamare h (lato dell’elemento triangolare), | ||
+ | |||
+ | Dopodiché continuando con la nostra triangolazione del dominio ci accorgiamo di aver definito una specie di struttura reticolare: un tentativo potrebbe essere quello di supporre che il dente si comporti come una struttura ad aste. Tuttavia la discretizzazione di tipo reticolare non si dimostra adatta a descrivere un componente continuo infatti, il materiale esistente tra le maglie irrigidisce molto la struttura e ciò non è stimabile con un approccio ad aste. Allora si utilizzano i FEM in cui si discretizza il dominio attraverso elementi finiti 2D, dove l’effetto irrigidente del materiale interno viene considerato tramite un approccio energetico. | ||
+ | |||
+ | Però della struttura reticolare manteniamo il concetto di nodi di collegamento tra elemento ed elemento, ossia supponiamo che ognuno degli elementi triangolari si connetta agli altri per collegamento dei vertici: gli elementi interagiscono solamente tramite forze sui vertici, ossia non c’è alcuna interazione diretta tra lati contigui. | ||
+ | |||
+ | {{ : | ||
+ | |||
+ | |||
+ | ====== CALCOLO DEGLI SPOSTAMENTI NODALI ====== | ||
+ | |||
+ | |||
+ | I nodi hanno il vantaggio rispetto a tutti gli altri punti del dominio: | ||
+ | * di essere in numero finito; | ||
+ | * di essere | ||
+ | |||
+ | Occupiamoci del problema piano, definendo come incognite le due funzioni spostamento | ||
+ | |||
+ | $u= u\left ( x,y \right )$ | ||
+ | |||
+ | $v= v\left ( x,y \right )$ | ||
+ | |||
+ | |||
+ | Considerando un sistema con **N** nodi, le nostre incognite saranno $u_{i}$ e $v_{i}$, spostamenti del nodo //i//-esimo con $i= 1,...,N$ . | ||
+ | |||
+ | Con questa formulazione ogni elemento avrà $6$ g.d.l , ognuno dei quali rappresenta un’incognita del problema. Tuttavia esistono casi specifici in cui agli spostamenti nodali devo aggiungere altre quantità. | ||
+ | |||
+ | Per esempio gli “Herman-Elements”, | ||
+ | |||
+ | |||
+ | ====== SPOSTAMENTO DEGLI ELEMENTI – INTERPOLAZIONE LINEARE ====== | ||
+ | |||
+ | A questo punto è necessario definire delle regole per ricavare dagli spostamento nodali lo spostamento di tutti i punti interni ad ogni sottodominio triangolare . | ||
+ | |||
+ | Consideriamo allora un elemento triangolare i cui nodi vengono denominati $i,j,k$ ed un generico punto $P$ | ||
+ | |||
+ | Lo spostamento in direzione $x$ del punto interno $P$ si definisce come interpolazione lineare, nel piano $(x,y)$, dei valori di spostamento lungo $x$ dei nodi $i,j,k$. | ||
+ | |||
+ | Quindi $u_{p}$ è definito come interpolazione lineare degli spostamenti $u_{i}$, $u_{j}$, $u_{k}$. | ||
+ | |||
+ | Analogamente $v_{p}$ è definito come interpolazione lineare | ||
+ | |||
+ | {{ : | ||
+ | |||
+ | |||
+ | Se lo spostamento interno è definito per interpolazione lineare, allora è una funzione lineare definita nella forma: | ||
+ | |||
+ | |||
+ | $u(x,y) = \alpha _{1} +\alpha _{2}x + \alpha _{3}y$ | ||
+ | |||
+ | $v(x,y) = \alpha _{4} + \alpha _{5}x + \alpha _{6}y$ | ||
+ | |||
+ | |||
+ | Affinché la funzione sia lineare, tali coefficienti debbono essere costanti in $x, | ||
+ | quindi devono valere per ogni punto dell’elemento e dunque in particolare anche ai nodi. | ||
+ | |||
+ | Scriviamo le funzioni sui nodi $i,j,k$. | ||
+ | |||
+ | Lo spostamento lungo x del nodo i sarà: | ||
+ | |||
+ | $u_{i}(x,y) = \alpha _{1} +\alpha _{2}x_{i} + \alpha _{3}y_{i}= u_{i}$ | ||
+ | |||
+ | Analogamente per gli spostamento lungo $x$ dei nodi $j,k$ | ||
+ | |||
+ | $u_{j}(x,y) = \alpha _{1} +\alpha _{2}x_{j} + \alpha _{3}y_{j}= u_{j}$ | ||
+ | |||
+ | $u_{k}(x,y) = \alpha _{1} +\alpha _{2}x_{k} + \alpha _{3}y_{k}= u_{k}$ | ||
+ | |||
+ | Quindi ottengo un sistema di $3$ equazioni nelle $3$ incognite $\alpha _{1}$, | ||
+ | $\alpha _{2}$, | ||
+ | |||
+ | $$ | ||
+ | \begin{cases} & u_{i} = \alpha_{1}+\alpha_{2}x_i+\alpha_{3}y_i\\ | ||
+ | $$ | ||
+ | |||
+ | Scriviamo tale sistema in forma matriciale, evidenziando | ||
+ | |||
+ | |||
+ | $$\begin{bmatrix} | ||
+ | 1 & | ||
+ | 1& | ||
+ | 1& | ||
+ | \end{bmatrix}\cdot \begin{bmatrix} | ||
+ | \alpha _1\\ | ||
+ | \alpha _2\\ | ||
+ | \alpha _3 | ||
+ | \end{bmatrix}= \begin{bmatrix} | ||
+ | u_i\\ | ||
+ | u_j\\ | ||
+ | u_k | ||
+ | \end{bmatrix}$$ | ||
+ | |||
+ | |||
+ | |||
+ | NB. La matrice di sistema è strettamente legata all’area dell’elemento, | ||
+ | |||
+ | $$ | ||
+ | a=\begin{vmatrix} | ||
+ | 1 & | ||
+ | x_{i} & x_{j} &x_{k} \\ | ||
+ | y_{i} & y _{j} &y _{k} | ||
+ | \end{vmatrix}\frac{1}{2!} | ||
+ | $$ | ||
+ | |||
+ | Osserviamo che c’è una similitudine tra la matrice di sistema e $(*)$; in particolare la matrice di sistema è la trasposta di $(*)$. | ||
+ | |||
+ | $$\begin{bmatrix} | ||
+ | 1 & | ||
+ | 1& | ||
+ | 1& | ||
+ | \end{bmatrix}= \begin{bmatrix} | ||
+ | 1 & | ||
+ | | ||
+ | | ||
+ | \end{bmatrix}\left ( \ast \right )$$ | ||
+ | |||
+ | Per cui se il determinante $(*)$ è uguale a zero significa che anche il determinante della matrice di sistema è nullo; | ||
+ | Quindi stiamo bene attenti a creare un triangolo di area non nulla, cosicché il determinante della matrice di sistema sarà non nullo, per cui il sistema avrà una e una sola soluzione. | ||
+ | Osservazione: | ||
+ | |||
+ | $$ | ||
+ | V=\begin{vmatrix} | ||
+ | 1 & 1 & | ||
+ | x_{i }& x_{j} & x_{k} &x_{h} \\ | ||
+ | y_{i} & y_{j} & y_{k} &y_{h} \\ | ||
+ | z_{i} & z_{j} & | ||
+ | \end{vmatrix}\frac{1}{3!} | ||
+ | $$ | ||
+ | |||
+ | Tale volume è positivo, se ponendoci come osservatori sul quarto nodo $l$, osserviamo la base enumerata come $i, j, k$ in senso antiorario; cambiando la numerazione varierà l’ordine di tali colonne, cosicché il determinante può cambiare segno. | ||
+ | |||
+ | Grazie ad un software d calcolo, è possibile determinare i coefficenti $alpha$: | ||
+ | |||
+ | $\alpha _{1}=\alpha _{1}\left ( u_{i}, | ||
+ | |||
+ | $\alpha _{2}=\alpha _{2}\left ( u_{i}, | ||
+ | |||
+ | $\alpha _{3}=\alpha _{3}\left ( u_{i}, | ||
+ | |||
+ | ottenendo l’interpolazione lineare desiderata. | ||
+ | |||
+ | |||
+ | ====== FORMULA GEOMETRICA DI INTERPOLAZIONE LINEARE ====== | ||
+ | |||
+ | E’ una forma più semplice per definire l’interpolazione lineare, per impostare e risolvere il sistema, in maniera | ||
+ | |||
+ | Supponiamo di avere il nostro triangolo di nodi $i, j, k$ e di avere una funzione qualunque definita nei suoi valori nodali $i, j, k$, rispettivamente come $F_{i}, | ||
+ | |||
+ | Dato il punto interno $P$, il nostro obiettivo è determinare $F$, cioè il valore interpolato della funzione nel punto $P$ , noti i valori sui nodi. | ||
+ | |||
+ | La costruzione geometrica è la seguente: | ||
+ | |||
+ | costruisco tre sotto triangoli interni al triangolo originario tirando dei segmenti dai vertici al punto $P$, | ||
+ | nominando i sotto-elementi sulla base del nodo che non contengono. | ||
+ | Ad esempio battezzo l’area $a_{i}$ quella che contiene i nodi $k$ e $j$ ma non $i$. | ||
+ | Allo stesso modo battezzo le aree $a_{j}$ relativo al nodo $j$ e $a_{k}$ relativo al nodo $k$. | ||
+ | |||
+ | {{ : | ||
+ | |||
+ | Inoltre l’area di tali triangoli abbiamo visto che è abbastanza facile da ricavare: | ||
+ | ad esempio: | ||
+ | |||
+ | $$ | ||
+ | a=\begin{vmatrix} | ||
+ | 1 & | ||
+ | x_{i} & x_{j} &x_{k} \\ | ||
+ | y_{i} & y _{j} &y _{k} | ||
+ | \end{vmatrix}\frac{1}{2!} | ||
+ | $$ | ||
+ | |||
+ | |||
+ | A questo punto posso dire che l’area originaria a del triangolo, senza alcun pedice, è uguale a: | ||
+ | |||
+ | $a=a_{i}+a_{j}+a_{k}$ | ||
+ | |||
+ | Di seguito due relazioni che ci consentono di verificare se il punto P è interno o esterno all’elemento: | ||
+ | |||
+ | * Se $\left | a \right |= \left | a_{i} \right |+\left | a_{j} \right |+\left | a_{k} \right |$ allora P è un punto interno al triangolo; | ||
+ | * Se $\left | a \right |< \left | a_{i} \right |+\left | a_{j} \right |+\left | a_{k} \right |$ allora P è un punto esterno al triangolo. | ||
+ | |||
+ | Una volta isolate tale aree possiamo verificare che il valore della funzione al punto $P$ sarà una media pesata del valore della funzione nei diversi nodi $i, j, k$ con pesi corrispondenti all’area dei sotto triangoli: | ||
+ | |||
+ | $F_{p}= f_{i}\cdot\frac{a_{i}\left ( x,y \right ) }{a}+f_{j}\cdot\frac{a_{j}\left ( x,y \right ) }{a}+f_{k}\cdot\frac{a_{k}\left ( x,y \right ) }{a}$ | ||
+ | |||
+ | $F_{p}$ è la funzione di interpolazione lineare (di estrapolazione), | ||
+ | |||
+ | Ora per vedere se funziona prendiamo un punto $P$ che si avvicina di molto al nodo $i$, | ||
+ | il triangolo associato al nodo P ha un’area che è quasi uguale all’area del triangolo totale, | ||
+ | in particolare se il punto P viene a coincidere con il nodo $i$, tale area relativa al nodo $i$ sarà coincidente con l’area totale $a_{i}(x, | ||
+ | |||
+ | {{ : | ||
+ | |||
+ | |||
+ | Quindi la $F_{p}$ nel caso in cui il punto $P$ è molto vicino al nodo $i$ sarà: | ||
+ | |||
+ | $F_{p} \simeq F_{i}$ | ||
+ | |||
+ | Cosicché è garantita la continuità: | ||
+ | la funzione di interpolazione campionata su di un punto in prossimità del nodo è prossima al valore al nodo. | ||
+ | |||
+ | Definiamo le funzioni peso: | ||
+ | |||
+ | $N_{i}(x, | ||
+ | |||
+ | |||
+ | $N_{j}(x, | ||
+ | |||
+ | |||
+ | $N_{k}(x, | ||
+ | |||
+ | Ad esempio, | ||
+ | |||
+ | |||
+ | $$ | ||
+ | N_i = \frac{ | ||
+ | \begin{vmatrix} | ||
+ | 1 & 1 & 1\\ | ||
+ | x & x_j & x_k \\ | ||
+ | y & y_j & y_k | ||
+ | \end{vmatrix} | ||
+ | }{ | ||
+ | \begin{vmatrix} | ||
+ | 1 & 1 & 1\\ | ||
+ | x_i & x_j & x_k \\ | ||
+ | y_j & y_j & y_k | ||
+ | \end{vmatrix} | ||
+ | }=\frac | ||
+ | {x_j y_k+x_k y | ||
+ | {x_j y_k+x_k y_i +x_i y_j -y_i x_j -y_j x_k -y_k x_i} | ||
+ | $$ | ||
+ | |||
+ | |||
+ | Si noti come $i$ termini $x$ ed $y$ al denominatore e al numeratore appaiano sempre alla prima potenza , motivo per cui tali peso associato al nodo $i$ così come quelli associati ai nodi $j$ e $k$ sono forme lineari. | ||
+ | |||
+ | La **funzione di forma** (base nodo((posso definire in alternativa delle funzioni di forma //base grado di libertà//, o //forme di moto elementari//, | ||
+ | |||
+ | * se la campiono sul nodo $i-esimo$ vale $1$ | ||
+ | * se la campiono sugli altri due nodi $j$ e $k$ vale $0$ | ||
+ | |||
+ | Allo stesso modo la funzione $N_{j}$, peso associato al nodo $j$: | ||
+ | |||
+ | * se la campiono sul nodo $j-esimo$ vale $1$ | ||
+ | * se la campiono sugli altri due nodi $i$ e $k$ vale $0$ | ||
+ | |||
+ | |||
+ | {{ : | ||
+ | |||
+ | |||
+ | Si noti dall’immagine che le funzioni di forma sono delle porzione di piano inclinato. | ||
+ | |||
+ | In generale le funzioni di forma hanno tali caratteristiche: | ||
+ | |||
+ | * la somma delle $3$ su ogni punto vale sempre $1$; | ||
+ | * se abbiamo i $3$ valori della funzione ai $3$ vertici del triangolo, l’interpolazione lineare di quei $3$ valori al baricentro vale $1/3$ per ciascuno valore della funzione ai vertici. | ||
+ | ====== CALCOLO DEGLI SPOSTAMENTI ====== | ||
+ | |||
+ | |||
+ | Anziché considerare l’interpolazione di una funzione generica, consideriamo il problema agli spostamenti all’interno del triangolo: | ||
+ | |||
+ | $u(x, | ||
+ | |||
+ | $v(x, | ||
+ | |||
+ | Si può estendere il risultato trovato per elementi con un numero maggiore di nodi: | ||
+ | |||
+ | $U(x, | ||
+ | |||
+ | Considerando che le funzioni $u(x,y)$ e $v(x,y)$ sono lineari, esse possono essere viste come un vettore $δ$ premoltiplicato per una matrice $N(x, | ||
+ | dimensionalmente abbiamo tante righe quanto questo termine $u(x,y)$ e tante colonne quanto quest’altro elemento $δ$, quindi è una $2$ righe e $6$ colonne. | ||
+ | |||
+ | |||
+ | $$\begin{bmatrix} | ||
+ | U(x, | ||
+ | V(x,y) | ||
+ | \end{bmatrix}= \begin{bmatrix} | ||
+ | N_i(x,y) & | ||
+ | | ||
+ | \end{bmatrix}\cdot \begin{bmatrix} | ||
+ | u_i\\ | ||
+ | v_i\\ | ||
+ | u_j\\ | ||
+ | v_j\\ | ||
+ | u_k\\ | ||
+ | v_k | ||
+ | \end{bmatrix}$$ | ||
+ | |||
+ | In forma compatta : | ||
+ | |||
+ | $$U(x, | ||
+ | |||
+ | Osservazione: | ||
+ | $U(x,y)$ non ha nessun pedice, poiché non è associato a nessun nodo, ma è relativo ad un punto generico dell’elemento. | ||
+ | Il vettore $δ$ raccoglie tutti i g.d.l dell’elemento. | ||
+ | In questo modo abbiamo definito gli spostamenti dei punti di ogni punto della struttura $u(x,y)$ in funzione degli spostamenti nodali. | ||
+ | Quindi dalle funzioni di forma dell’elemento è possibile ricavare facilmente delle funzioni di forma di struttura. | ||
+ | Le funzioni di forma di struttura di un dato nodo hanno sempre le caratteristiche: | ||
+ | * valgono 1 sul nodo a cui sono associate; | ||
+ | * valgono | ||
+ | |||
+ | Sulla struttura però tali funzioni non sono più lineari, ma sono definite lineari a tratti, oppure lineari su di un sottodominio. | ||
+ | Quindi le funzioni di forma definite lineari sull’elemento, | ||
+ | Da qui notiamo che lo spostamento di ogni punto della struttura è definito come funzione di forma della struttura per gli spostamenti del nodo a cui sono associate: | ||
+ | |||
+ | Dato un generico nodo $l$ della struttura, si può ricavare l’espressione dello spostamento di un generico punto della struttura come : | ||
+ | |||
+ | $$U(x, | ||
+ | |||
+ | |||
+ | |||
+ | per cui la stessa cosa che abbiamo fatto all’elemento possiamo estenderla alla struttura considerando le funzioni di forma di struttura derivate dalle funzioni di forma dell’elemento. In particolare, | ||
+ | Lo spostamento di un generico punto $(x,y)$ della struttura viene modulato tramite dei pesi, che sono gli spostamenti nodali. | ||
+ | |||
+ | Ovviamente risulterà che questo spostamento sarà pure una funzione lineare a tratti. | ||
+ | |||
+ | |||
+ | Possiamo riassumere i passaggi svolti in questo modo: | ||
+ | |||
+ | * isolo dei sottodomini triangolari; | ||
+ | * definisco come incognite rilevanti lo spostamento dei nodi di tali sottodomini triangolari, | ||
+ | |||
+ | Si nota che la forma lineare a tratti è un grosso vincolo, nel senso che nessuno degli elementi potrà mai incurvarsi, poiché se procedo per interpolazione lineare la deformata del triangolo dovuta agli spostamenti nodali rimarrà in configurazione rettilinea. | ||
+ | |||
+ | Quindi tutti i moti che non rispettino tale forma di linearità sono vietati, ciò porta ad un inevitabile irrigidimento della struttura. Di conseguenza i risultati tenderanno a sottostimare l’energia di deformazione nonché la rigidezza a carico imposto. | ||
+ | |||
+ | A questo punto le nostre funzioni di forma inseriscono un secondo tipo di errore che viene chiamato $$”formulation error”$$ tipicamente il più grande che c’è nella trattazione. | ||
+ | Esso può essere ridotto con le stesse metodologie di riduzione usate per l’errore di discretizzazione. | ||
+ | Ovviamente l’errore sarebbe zero, solo se avessimo infiniti nodi, cioè infiniti g.d.l. | ||
+ | A questo, si aggiunge l’errore numerico dovuto alla precisione di calcolo implementata al calcolatore. | ||
+ | |||
+ | ====== CALCOLO DELLE DEFORMAZIONI ====== | ||
+ | |||
+ | Considero la relazione: | ||
+ | |||
+ | $U(x, | ||
+ | |||
+ | avendo solo spostamenti entro il piano, introduciamo le ipotesi semplificative di tensione e deformazione piana: | ||
+ | |||
+ | ===== DEFORMAZIONE PIANA ===== | ||
+ | |||
+ | $\varepsilon _{x}, | ||
+ | |||
+ | $\varepsilon _{z}=\gamma _{xz}=\gamma _{zy}=0$ | ||
+ | |||
+ | |||
+ | ==== TENSIONE PIANA ==== | ||
+ | |||
+ | |||
+ | Il competitor di tale ipotesi semplificativa è un’altra ipotesi semplificativa che dice che: | ||
+ | |||
+ | $\varepsilon _{z}=-\nu (\varepsilon _{x}+\varepsilon _{y})$ associata all’ipotesi che $\sigma _{z}=0$ | ||
+ | |||
+ | $\gamma _{xz}=\gamma _{yz}=0$ associata all’ipotesi che $\tau _{zx}=\tau _{zy}=0$ | ||
+ | |||
+ | Possiamo ricavare le componenti di deformazione εx, εy, γxy dagli spostamenti utilizzando un operatore | ||
+ | |||
+ | |||
+ | $$\begin{bmatrix} | ||
+ | \varepsilon _x\\ | ||
+ | \varepsilon _y\ \\ | ||
+ | \gamma _{xy} | ||
+ | \end{bmatrix}= \begin{bmatrix} | ||
+ | | ||
+ | | ||
+ | | ||
+ | \end{bmatrix}\cdot \begin{bmatrix} | ||
+ | U(x, | ||
+ | V(x,y) | ||
+ | \end{bmatrix}= L\cdot N(x,y )\cdot \delta $$ | ||
+ | |||
+ | |||
+ | $L$ è una matrice $3X2$, nonchè operatore differenziale che contiene gli operatori di derivazione. | ||
+ | Tale operatore differenziale posso applicarlo direttamente alle funzioni di forma, ottenendo una matrice $B$, che lega le deformazioni agli spostamenti. | ||
+ | |||
+ | |||
+ | $$B=\begin{bmatrix} | ||
+ | | ||
+ | | ||
+ | | ||
+ | \end{bmatrix}\cdot \begin{bmatrix} | ||
+ | N_i(x,y) & | ||
+ | | ||
+ | \end{bmatrix}= \begin{bmatrix} | ||
+ | \frac{\partial N_i}{\partial x} & | ||
+ | | ||
+ | | ||
+ | \frac{\partial N_k}{\partial x}\end{bmatrix}$$ | ||
+ | |||
+ | |||
+ | La matrice $B$ è una $3x6$ i quali elementi sono costanti in quanto le funzioni di forma sono lineari in $x$ e $y$, per cui la loro derivate sono costanti. | ||
+ | |||
+ | Se la matrice $B$ non è funzione di $(x, | ||
+ | |||
+ | L’elemento triangolare ha un nome codificato internazionale che è $CST$ (Constant strain triangle). | ||
+ | |||
+ | Infine le tensioni, essendo funzioni lineari delle deformazioni, | ||
+ | |||
+ | ===== Autori, note e ringraziamenti ===== | ||
+ | |||
+ | ====Autori==== | ||
+ | Fabrizio Fiore, mat. 97210, Giovanni Gianforcaro, | ||
+ | |||
+ | ====Tabella di monitoraggio carico orario==== | ||
+ | < | ||
+ | Ore-uomo richieste per la compilazione della pagina. | ||
+ | |||
+ | ^ Autore/ | ||
+ | | Fiore | 6 | --- | 1 | --- | **0 ** | | ||
+ | | Gianforcaro | ||
+ | | Russo | 6 | --- | --- | --- | **0** | | ||
+ | | Piccolo | ||
+ | | Revisore 1 | ||
+ | | Revisore 2 | ||
+ | | Revisore 3 | ||
+ | | Revisore 4 | ||
+ | | **Totale** | ||
+ | |||
+ | La sezione relativa ai revisori è da compilarsi a cura del curatore. | ||
+ | </ | ||
+ | |||
+ | |||
+ | |||
+ | ~~DISCUSSION~~ | ||
+ | |||
+ | |||
+ | ===== PATTUME ===== | ||
+ | Spostare qui il materiale caricato dal docente non utilizzato a lezione o non inerente alla trattazione. |