wikipaom2018:lez_2018-03-15
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wikipaom2018:lez_2018-03-15 [2018/03/26 22:56] – [Appunti della lezione] 188811 | wikipaom2018:lez_2018-03-15 [2018/06/11 10:40] (versione attuale) – ebertocchi | ||
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Linea 1: | Linea 1: | ||
+ | ===== Appunti della lezione ===== | ||
+ | a cura di Marco Valiante\\ | ||
+ | \\ | ||
+ | ==== Teoria della piastra (plate) ==== | ||
+ | La denominazione //piastra// è riferita ad un oggetto piano in parete sottile in cui sono presenti due dimensioni entro-piano a e b, che risultano essere molto maggiori della dimensione fuori-piano, | ||
+ | {{ : | ||
+ | Tali azioni possono essere delle forze con componente normale al piano diversa da zero, oppure delle coppie i cui vettori possono risultare entro-piano, | ||
+ | Se l' | ||
+ | Una piastra non piana si chiama invece guscio (shell). Considerando però un corpo in parete sottile non piano, ad esempio una cupola, a livello infinitesimo un intorno di un punto può essere considerato piano.\\ | ||
+ | \\ | ||
+ | Per poter sfruttare la teoria della piastra è necessario che sia individuabile una superficie media geometrica (piano medio), che lo spessore sia il più costante possibile e che la curvatura sia modesta. Infatti, se l' | ||
+ | \\ | ||
+ | |||
+ | Considerando un elemento di piastra, risulta che le superfici superiore e inferiore sono scariche. Oppure, nel caso fosse presente un carico p, esso può essere trascurato perché p<<σ1,σ2; | ||
+ | \\ | ||
+ | \\ {{: | ||
+ | Estraendo un concio con superficie quadrata, è possibile definire un sistema di riferimento locale xyz. Gli assi x e y sono presi paralleli agli spigoli del concio e, normalmente, | ||
+ | Un corpo in parete sottile è definito nella sua interezza da sole due entità: la sua superficie media (deformata o indeformata); | ||
+ | Tuttavia, può capitare che la piastra venga descritta partendo da un piano diverso da quello medio. La superficie con cui si parte per definire l' | ||
+ | \\ | ||
+ | Il materiale della piastra, per semplicità nella trattazione, | ||
+ | ∫o−h2⋯dz+∫h2o⋯dz.\\ {{: | ||
+ | Può succedere, inoltre, che il materiale non risulta omogeneo lungo lo spessore. È il caso del pannello sandwich, in cui una piastra di schiuma espansa è delimitato da due piastre d' | ||
+ | ∫¯z1−h2⋯dz+∫¯z2¯z1⋯dz+∫h2¯z2⋯dz\\ | ||
+ | Il problema si presenta quando si hanno materiali differenti lungo lo stesso piano. Per questo, l' | ||
+ | \\ | ||
+ | Considerando un concio di piastra nella configurazione indeformata, | ||
+ | \\ | ||
+ | In fase di deformazione, | ||
+ | Per determinare la configurazione deformata, come prima cosa bisogna imporre un vincolo cinematico: il segmento individuato da PQ resta rettilineo a seguito della deformazione. Inoltre, tale segmento è assunto rigido, ciò significa che la sua lunghezza non varia durante la deformazione (in realtà è sbagliato perchè si deformerà di un infinitesimo di ordine superiore). Data la rigidità del segmento, esso può solamente rototraslare; | ||
+ | \\ | ||
+ | {{: | ||
+ | \\ | ||
+ | Prima di analizzare il comportamento del segmento si studia cosa succede al punto Q. Nella configurazione deformata esso risulta spostato in direzione x di una quantità u(x,y), e in direzione y di v(x,y). Inoltre, deformandosi si sposta anche di una quantità w(x,y) lungo l'asse z.\\ | ||
+ | Il segmento oltre a traslare può anche ruotare. Se dopo una rotazione risulta essere sempre lo stesso, allora significa che ha ruotato attorno al proprio asse; quindi la rotazione ψ(x,y) attorno all' | ||
+ | La rotazione attorno all' | ||
+ | Il punto P, siccome appartiene al segmento rigido, a causa delle traslazioni u,v e w e delle rotazioni, subisce uno spostamento lungo x pari a Sx, lungo y a Sy e lungo z a Sz: | ||
+ | Sx=u+zsinφ≈u+zφ; Sy=v−zsinϑ≈v−zϑ; | ||
+ | Sz=w−z[(1−cosφ)+(1−cosϑ)]≈w | ||
+ | Queste approssimazioni sono possibili in quanto si sta lavorando con piccole rotazioni; infatti avere grandi rotazioni o grandi deformazioni fa perdere la linearità della risposta del sistema creando molti problemi. Tuttavia sono ammessi grandi spostamenti.\\ | ||
+ | \\ | ||
+ | Ora che sono noti gli spostamenti, | ||
+ | εx=∂Sx∂x=∂u∂x+z∂φ∂x | ||
+ | εy=∂Sy∂y=∂v∂y−z∂ϑ∂y | ||
+ | εz=∂Sz∂z=0 | ||
+ | γxy=∂Sx∂y+∂Sy∂x=∂u∂y+∂v∂x+z(∂φ∂y−∂ϑ∂x) | ||
+ | Il termine εz risulta essere nullo in quanto Sz non è funzione di z. Le deformazioni non nulle sono tutte entro-piano. In realtà sono presenti anche le deformazioni taglianti fuori-piano γxz e γzy.\\ | ||
+ | \\ | ||
+ | Come per la trave, esistono due teorie della piastra e sono: | ||
+ | * la piastra di Kirchhoff, detta anche piastra sottile (thin shell), in cui si assume γxz≈0 e γzy≈0, ciò significa che alle tensioni τxz e τzy non sono assoggettate deformazioni; | ||
+ | * la piastra di Reissner-Mindlin, | ||
+ | |||
+ | Considerando solo le deformazioni entro-piano, | ||
+ | $$\vec{\varepsilon }=\begin{bmatrix} | ||
+ | \varepsilon_{x}\\ | ||
+ | \varepsilon_{y}\\ | ||
+ | \gamma_{xy} | ||
+ | \end{bmatrix}=\begin{bmatrix} | ||
+ | \bar{\varepsilon_{x}}\\ | ||
+ | \bar{\varepsilon_{y}}\\ | ||
+ | \bar{\gamma_{xy}} | ||
+ | \end{bmatrix}+ z\begin{bmatrix} | ||
+ | \kappa_{x}\\ | ||
+ | \kappa_{y}\\ | ||
+ | \kappa_{xy} | ||
+ | \end{bmatrix}= \vec{\bar{\varepsilon}}+z\vec{\kappa}$$ | ||
+ | Dove →ˉε rappresenta il vettore deformazione riferito al piano medio ed ha componenti: | ||
+ | ¯εx=∂u∂x; ¯εy=∂v∂y; ¯γxy=∂u∂y+∂v∂x | ||
+ | Mentre, →κ è il vettore curvatura con componenti: | ||
+ | κx=∂φ∂x≈1ρx; κy=−∂ϑ∂y≈1ρy; κxy=∂φ∂y−∂ϑ∂x | ||
+ | {{: | ||
+ | Per comprendere meglio la questione della curvatura, si può pensare di supporre che la piastra sia formata da tanti segmenti rigidi verticali. Tenendo fisso il segmento ad ascissa più negativa, si impone una rotazione attorno l'asse y, uguale per ogni segmento rispetto al suo precedente; ciò significa κx=cost>0. | ||
+ | Il materiale indeformato tra due segmenti rigidi ha forma rettangolare, | ||
+ | Siccome questa deformata è stata ottenuta con la sola rotazione senza che il piano medio subisse spostamenti, | ||
+ | {{ : | ||
+ | Si può notare come il piano medio vada a formare un arco di circonferenza di raggio ρx; pertanto, essendo κx≈1ρx, | ||
+ | Il termine κxy rappresenta una curvatura mista e può essere assoggettato ad un caricamento torsionale. In realtà, se si ruota il sistema di 45° si può notare che esso coincide ad una doppia curvatura flessionale vista dalle due diagonali, ottenendo così una deformazione a sella.\\ | ||
+ | \\ | ||
+ | Ora che sono note le deformazioni si possono calcolare le tensioni; tuttavia succede una cosa strana: avendo definito εz=0 viene da pensare di essere in uno stato di deformazione piana; in realtà si lavora in uno stato di tensione piana, cioè con σz=0. Siccome il segmento è assunto rigido le due condizioni sono incompatibili.\\ | ||
+ | Nella lezione seguente si vedrà come mai è possibile lavorare con uno stato di tensione piana nonostante si è assunto εz=0. | ||
+ | |||
+ | ===== Sezione a cura del docente ===== | ||
+ | |||
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+ | ~~DISCUSSION~~ | ||