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wikitelaio2016:lez23

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Linea 1: Linea 1:
 +====== Analisi di risposta per sovrapposizione modale======
 +Abbiamo visto che l'analisi di risposta in frequenza di un telaio è abbastanza onerosa, mentre l'estrazione dei modi propri è un'analisi abbastanza rapida a livello di elementi finiti; sarebbe dunque utile se fosse possibile realizzare sulla base dei modi propri la riposta in frequenza, ed è quello che vedremo ora.\\
 +Supponiamo di aver estratto modi e frequenze proprie, perciò per l' i-esimo modo di vibrare abbiamo la pulsazione naturale
 +$$
 +\omega_i=2 \pi f_i
 +$$
 +ed i modi propri ^xi normalizzati a massa unitaria.\\
 +Per esempio nel caso della lamella il primo modo era quello flessionale, ed ogni nodo si spostava in direzione normale alla lamella senza spostamenti entro piano; il vettore ^xi è composto dagli spostamenti nodali u,v,w,θx,θy,θz di ogni nodo che costituisce la lamella, con unici valori non nulli w e θy.\\
 +Prendiamo due autovettori distinti ^xi ed ^xj, e per essi esistono delle relazioni di ortogonalità:
 +$$
 +{\hat{x_j}}^T M \hat{x_i} = \delta_{ji} \\
 +{\hat{x_j}}^T K \hat{x_i} = \delta_{ji} {\omega_i}^2
 +$$
 +dove δji vale 1 se i=j e 0 se ij.\\
 +L'analisi modale mi dà un numero finito di modi e frequenze proprie, e per esempio possiamo andare ad estrarre i primi 10 modi propri: in questo modo si ottiene un sottoinsieme di modi propri che va da 1 a m con m<n (se vado ad estrarre i primi 10 modi propri ho che m=10). Possiamo prendere questi autovettori e costruire una matrice in modo che le colonne corrispondano agli m vettori associati ai modi propri:
 +$$
 +\begin{bmatrix} \mid & \mid & \cdots & \mid \\
 +                \hat{x_1} & \hat{x_2} & \cdots & \hat{x_m}\\
 +                \mid & \mid & \cdots & \mid
 +\end{bmatrix}
 +$$
 +Essa ovviamente non è una matrice quadrata in quanto presenta m colonne ed n righe; se prendessi tutti gli n gradi di libertà, ottengo n vettori e combinandoli riesco ad ottenere qualsiasi stato deformativo della struttura: essendo m<n, combinando i vettori ottengo un sottoinsieme delle possibili deformazioni del sistema, perciò posso escludere le possibilità di deformazione che non ritengo idonee per la mia struttura nell'analisi.\\
 +A questo punto scrivo uno spostamento ipotetico definito come combinazione lineare secondo i singoli modi propri, dove i vari ξ sono coefficienti che scalano linearmente il singolo modo proprio nella combinazione:
 +$$
 +\bar{x}=\hat{x_1} \xi_1 + \hat{x_2} \xi_2 + \cdots + \hat{x_m} \xi_m = \hat{X} \bar{\xi}
 +$$
 +
 +Il vettore ˉx così trovato lo vado a sostituire nell'equazione della risposta in frequenza:
 +$$
 +(-\omega^2 M + j\omega C + K)\bar{x} = \bar{f}
 +$$
 +che quindi diventa:
 +$$
 +(-\omega^2 M + j\omega C + K)\hat{X} \bar{\xi} = \bar{f}
 +$$
 +Dunque ho un sistema di n equazioni in m incognite, perciò non riuscirò in generale ad annulare il residuo che sarà pari a :
 +$$
 +(-\omega^2 M + j\omega C + K)\hat{X} \bar{\xi}- \bar{f}=0
 +$$
 +Ciò che è possibile fare è annullare la proiezione sulle combinazioni lineari delle colonne della matrice ˆX: se per esempio n=3 ed m=2, con gli autovalori definisco un piano nello spazio tridimensionale, ed il residuo è un punto in questo spazio; non riuscirò mai a portarlo nell'origine, ma combinando gli autovalori posso proiettare il residuo sul piano, e portare nell'origine la proiezione del residuo entro piano.
 +Per proiettare un vettore in un sottospazio devo eseguire il prodotto scalare:
 +$$
 +{\hat{x}_1}^T \cdot [(-\omega^2 M + j\omega C + K)\hat{X} \bar{\xi}- \bar{f}]=0\\
 +\vdots \\
 +{{\hat{x}}_j}^T \cdot [(-\omega^2 M + j\omega C + K)\hat{X} \bar{\xi}- \bar{f}]=0\\
 +\vdots \\
 +{{\hat{x}}_m}^T \cdot [(-\omega^2 M + j\omega C + K)\hat{X} \bar{\xi}- \bar{f}]=0
 +$$
 +In questo modo ottengo m equazioni in m incognite, ed il sistema torna ad essere risolubile; in forma compatta posso scrivere:
 +$$
 +{\hat{X}}^T \cdot [(-\omega^2 M + j\omega C + K)\hat{X} \bar{\xi}- \bar{f}]=0
 +$$
 +
 +La matrice di smorzamento non ha nessuna proprietà particolare relativamente agli autovettori, e questo è un grande problema perchè non si può andare avanti nella trattazione; per questo motivo diciamo che la matrice di smorzamento non è generica, ma ipotizzo che essa sia combinazione lineare della matrice massa e della matrice rigidezza:
 +$$
 +C = \alpha M + \beta K
 +$$
 +In generale invece sappiamo solo che per un sistema ad n gdl essa deve essere simmetrica e quindi è definita da n2/2 elementi, mentre in questo caso essa è definita solo da due parametri α e β.\\
 +In questo modo nella formula rimangono solamente le matrici massa e rigidezza, e risulta che:
 +$$
 +{\hat{X}}^T M \hat{X} = I \\
 +{\hat{X}}^T K \hat{X} = \Lambda
 +$$
 +dove Λ=diag(ωi2) è una matrice diagonale contenente la successione delle m pulsazioni proprie.
 +Quindi il sistema di equazioni diventa:
 +$$
 +(-\omega^2 I+ j\omega (\alpha I + \beta \Lambda) + \Lambda)\bar{\xi} =\bar{q}
 +$$
 +dove ˉq=ˆXTˉf., e le sue componenti sono qi=ˉxiTfi con i=1,...,m.
 +A questo punto mi accorgo che tutte le matrici che moltiplicano le incognite sono diagonali, perciò la matrice di sistema sarà diagonale e quindi le equazioni sono disaccoppiate, ovvero le m equazioni sono indipendenti ed hanno la seguente forma:
 +$$
 +(-\omega^2 + j\alpha \omega + j\beta \omega {\omega_i}^2 +  {\omega_i}^2)\bar{\xi} =\bar{q_i} \\   i=1,...,m
 +$$
 +e da questa equazione trovo \bar{\xi}.\\
 +Questa è equivalente all'equazione algebrica associata ad un oscillatore ad un grado di liberta con incognita di spostamento ˉξ, m=1, k=ωi2 e c=2ωiζi.\\
 +Quindi ottengo un'equazione di un oscillatore equivalente per ogni modo proprio, e la ξi mi dice quanto il modo proprio deve essere modulato per ottenere la soluzione; quindi il sistema iniziale corrisponde ad un sistema ad m gradi di libertà, poi lo disaccoppio ottenendo m oscillatori ad 1 gdl ed ottengo l'equazione scritta sopra.\\
 +Le formule per trovare ξi sono : \\
 +{{ :wikitelaio2016:piotta.jpg?nolink |}} \\
 +Dunque estraggo i modi propri, poi mi assicuro che essi siano stati normalizzati dal software a massa modale unitaria, poi calcolo i prodotti scalari tra i modi propri e la forzante, dopodichè noti per ogni modo proprio i qi posso trovare ξi tramite le formule viste sopra, per sapere di quanto il modo proprio deve essere modulato.\\
 +L'inertanza dinamica del telaietto visto nelle scorse lezioni poteva essere calcolata estraendo i modi propri, estraendo poi il prodotto tra la forza esterna unitaria e lo spostamento del centro ruota per trovare qi, con i quali poi posso ricavare ξi e quindi trovare la risposta.\\
 +\\
 +\\
 +
 +Per quanto riguarda l'ipotesi fatta sulla matrice di smorzamento, bisogna fare qualche precisazione sulla validità del risultato;
 +la matrice delle masse e la matrice delle rigidezze sono matrici sparse, mentre se ho una struttura che ha solo uno smorzatore
 +tra due gradi di libertà la matrice di smorzamento è ben diversa. \\
 +Considero uno smorzatore con coefficiente di smorzamento c che collega il nodo 135 con il nodo 182; gli spostamenti 
 +di questi nodi sono corrispondenti a dati valori del vettore delle incognite, per esempio:
 +$$
 +U_{182} = \delta_{803}
 +U_{135} = \delta_{512}
 +$$
 +La matrice di smorzamento è tutta nulla tranne in quattro elementi, che si trovano incrociando la righe 512 e 803 con le colonne 512 e 803:
 +$$
 +\begin{vmatrix} c & -c \\
 +            -c & c
 +\end{vmatrix}
 +$$
 +Risulta impossibile ottenere tale matrice come combinazione lineare tra le matrici sparse di masse e rigidezze.\\
 +Dunque quando la struttura ha elementi smorzanti concentrati, questa procedura è assolutamente poco indicata e 
 +bisognerà utilizzare la risposta in frequenza normale.\\
 +Nel caso invece in cui lo smorzamento sia strutturale, esso è definito proporzionale alla matrice di rigidezza e quindi
 +è possibile definire la matrice di smorzamento in forma di Rayleigh.\\
 +\\
 +A cosa serve inserire lo smorzamento? \\
 +Serve ad esempio a fornire dei valori limitati di risposta in corrispondenza dei picchi di risonanza.\\
 +Sappiamo che "r" è definito come rapporto tra la pulsazione della forzante e la pulsazione propria dell'i-esimo modo proprio : \\
 +
 +r=ωωi \\
 +
 +Quando sono sulla risonanza dell'i-esimo modo proprio si ha r=1. Di conseguenza ai=0 e bi è non nullo solo se c'è uno smorzamento. \\
 +Se ci mettiamo nel caso di risonanza e assenza di smorzamento sia ai che bi sono nulli e pertanto si perviene alla condizione per cui |¯ξ|= , a fronte di un numeratore finito (salvo il caso particolare in cui qi=0, ossia forzante e modo proprio siano perfettamente ortogonali). \\
 +Quindi l'unico modo per avere risposte finite in corrispondenza di una risonanza eccitata è avere uno smorzamento. \\
 +\\
 +Quanto vale lo smorzamento?\\
 +Lo smorzamento strutturale, ovvero quello proprio dei materiali, i quali non essendo perfettamente elastici dissipano un po' di energia al loro interno, è molto basso, anche in riferimento allo smorzamento che si misura sulla struttura. Pertanto introducendo solo lo smorzamento strutturale si commetterebbe un errore andando a sovrastimare le risposte in risonanza. \\
 +Altre fonti di dissipazione di energia e quindi di smorzamento, sono date ad esempio dallo schiacciamento fisico dei film d'olio ai cuscinetti di supporto di un albero motore: l'effetto pompante durante la vibrazione (l'albero vibra a flessione e a torsione) dissipa energia.\\
 +Nel caso di un telaio gli elementi smorzanti sono: tutti i giunti incollati (la colla è un materiale polimerico, per cui smorza di più dell'acciaio), tutti i giunti rivettati (fenomeni di microslittamento per attrito, non lineari, che dissipano energia) e tutti i giunti bullonati. Inoltre, per attenuare il rumore, gran parte dei pannelli del telaio sono ricoperti di materiale dissipante (di solito schiume). \\
 +\\
 +
 +Quindi cosa usare come damping ratio di riferimento? \\
 +Possiamo far riferimento ai seguenti articoli, che si riferiscono perlopiù a casi civili:
 +
 +
 +[[https://engineering.purdue.edu/~ce573/Documents/Structural%20damping%20values_JDStevenson.pdf]]
 +
 +[[http://iopscience.iop.org/1742-6596/268/1/012022/pdf/1742-6596_268_1_012022.pdf]]
 +
 +[[http://teaching.ust.hk/~mech300/mech300_7_1_damping_ref.pdf]]
 +
 +[[http://www.vibrationdata.com/tutorials/bolted_joint_damping.pdf]]\\
 +
 +\\
 +
 +====== Approfondimenti sul problema dell'instabilità : Linearized Pre-Buckling Analysis======
 +Abbiamo visto la procedura che prevede due livelli di carico : un livello 0 e un livello 1, o meglio due stati di equilibrio 0 e 1. {{ :wikitelaio2016:img_0086.jpg?nolink |}}\\
 +In questi stati di equilibrio si considerano le matrici di rigidezza tangenti K__, ossia quelle matrici che legano la variazione dello spostamento Δδ alla variazione della forza ΔF nell'intorno della condizione di equilibrio: 
 +
 +K1__Δδ_=ΔF_ \\
 +dove il pedice 1 si riferisce all'intorno della configurazione 1.\\
 +
 +Dato quindi uno spostamento δ_1 proprio della configurazione di equilibrio, che è in equilibrio con un carico F1_, cosa succede quando vario il carico da F1_ a F1_+ΔF1_ ? \\
 +\\
 +δ_1 non sarà più in equilibrio col carico variato, ma dovrà assestarsi in modo da ottenere una configurazione variata in spostamento a fronte di una perturbazione del carico.\\
 +La matrice di rigidezza tangente lega la variazione di spostamento alla variazione di carico, e quando essa è singolare è possibile avere una variazione di spostamento non nulla a fronte di una variazione di carico nulla: 
 +
 +K__Δδ_=0
 +
 +con Δδ_0detK__=0 
 +
 +Nei software la condizione di equilibrio 0 è quella scarica (0 coincide con l'origine degli assi del diagramma Fδ) e come condizione di equilibrio 1 si prende quella sotto carico di riferimento.\\
 +Per passare da stato 0 a stato 1 Marc fa un'evoluzione lineare elastica da stato 0 a stato 1 per poi ricalcolare la matrice di rigidezza, la quale può essere diversa tra stato 0 e stato 1. {{ :wikitelaio2016:img_0087.jpg?nolink |}} \\
 +Si avrà quindi una matrice K0__ nell'intorno dello scarico e una matrice K1__ nell'intorno del caricato. In realtà il passaggio non è esattamente lineare elastico : vediamo come si svolge. \\
 +K0__ la prendo da struttura indeformata scarica (come prima) , mentre K1__ è definito diversamente: 
 +
 +K1__=K0__+KG__ 
 +
 +dove KG__ è detta "matrice geometrica" ed è stimata come K1__K0__ scalata del fattore λ. \\
 +\\
 +Come stimare KG__? \\
 +Si suppone di avere una struttura discretizzata in configurazione indeformata pre-caricata : 
 +
 +{{ :wikitelaio2016:img_0088.jpg?nolink |}}   
 +
 +Lo stato di pre-carico è sforzo normale per una trave, se invece avessi una piastra o un solido avrei uno stato tensionale di pre-carico per ogni punto della struttura del tipo : 
 +[σ0xσ0yσ0zτ0xyτ0xzτ0yz]
 +
 +Quindi dato un sistema di carichi e vincoli (di cui alcuni potenzialmente non omogenei) carico la struttura per spostamento imposto, calcolo lo stato di pre-carico con un pre-calcolo lineare elastico e ottengo così uno stato tensionale σ0_. Nel caso di un elemento "puntone" (o per trave alla Eulero) si riduce ad uno sforzo normale del tipo N0=σ0A. \\
 +Noto il pre-carico, devo calcolare la matrice di rigidezza geometrica KG__ associata a tale condizione di pre-carico. Come fare?\\
 +Calcolo il lavoro compiuto dal pre-carico quando deformo la struttura : 
 +
 +{{ :wikitelaio2016:img_0089.jpg?nolink |}}
 +
 +
 +Una volta calcolato il lavoro è possibile passare ad una matrice i cui termini sono tutti proporzionali al pre-carico (perché si considera il pre-carico costante mentre la struttura si deforma, commettendo tuttavia un'approssimazione) e quindi ai carichi applicati. \\
 +Nota KG__ applico la procedura di estrazione della condizione di criticità annullando il determinante della matrice. 
 +Tuttavia il metodo non risulta sempre valido. Vediamo qualche esempio: 
 +
 +{{ :wikitelaio2016:img_0090.jpg?nolink |}}
 +
 +Noto che i modi di instabilità per la trave alla Eulero sono spostamenti trasversali al carico applicato, mentre negli altri due casi il modo di instabilità è dato da un abbassamento, ovvero è parallelo al carico applicato. In effetti se voglio che il metodo sia applicabile deve risultare che il prodotto scalare tra il vettore delle forze applicate f_ e l'autovettore associato al modo di instabilità ^x1 sia circa nullo:  
 +
 +<f_,^x1>≃0  
 +
 +In particolare nel caso della trave alla Eulero si potrebbe dire : 
 +<f_,^x1>=0
 +in quanto il carico è perfettamente ortogonale al modo di instabilità.
 +
 +Ulteriori condizioni da rispettare affinché il metodo sia valido sono : \\
 +- vincoli da rispettare \\
 +- sistema di carico deve conservativo e statico \\
 +- perdita di instabilità su una biforcazione simmetrica (tanto può cedere verso destra tanto verso sinistra) \\
 +- deformazione pre-instabilità piccole \\
 +- materiale elastico \\
 +- effetto delle imperfezioni trascurabile \\
 +
 +
 +\\
 +====Tabella di monitoraggio carico orario====
 +<hidden>
 +Ore-uomo richieste per la compilazione della pagina. 
 +
 +^ Autore/Revisore        Prima stesura  ^  Prima revisione  ^  Seconda stesura  ^ Revisione finale  ^  Totale  ^
 +| Alessandro Franchini  |  3              |  ---              |  ---              |  ---              |          |
 +| Baraldi Manuel        |  3              |  ---              |  ---              |  ---              |          |
 +| Sanfilippo Andrea      5              |  ---              |  ---              |  ---              |  **5**   |
 +| Sparacino Simone      |  5              |  ---              |  ---              |  ---              |  **5**   |
 +| Revisore 1            |  ---            |  ---              |  ---              |  ---              |  ---     |
 +| Revisore 2            |  ---            |  ---              |  ---              |  ---              |  ---     |
 +| Revisore 3            |  ---            |  ---              |  ---              |  ---              |  ---     |
 +| Revisore 4            |  ---            |  ---              |  ---              |  ---              |  ---     |
 +| **Totale**            |  ---            |  ---              |  ---              |  ---              |  ---     |
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