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Linea 1: | Linea 1: | ||
+ | {{: | ||
+ | ===== Ottimizzazione Strutturale BOZZA===== | ||
+ | |||
+ | === Cos'è l' | ||
+ | L' | ||
+ | I campi di applicazione dell’ottimizzazione strutturale sono molteplici: | ||
+ | * aerospace, in cui è importante il contenimento del peso strutturale per aumentare il possibile carico pagante; | ||
+ | * motorsport, in cui è importante ottenere il minimo peso della struttura mantenendo i requisiti di robustezza e rigidezza; | ||
+ | * automotive, in cui si è avuto, negli ultimi anni, un significativo impulso alla riduzione del peso per migliorare perfomance e consumi e contemporaneamente un aumento dei requisiti di sicurezza imposti, oltre alla necessità di contenere i costi (economie di scala) | ||
+ | |||
+ | Analizzando il flusso tipico di progettazione di un prodotto abbiamo: | ||
+ | - **definizione delle specifiche**, | ||
+ | - da queste specifiche un gruppo di specialisti produrrà un **progetto iniziale**, abbastanza sommario e rappresentativo, | ||
+ | - a questo punto si passa alla fase di **analisi iniziale**, che ci consente di estrarre dal progetto iniziale il livello di performance in base ai parametri che vengono stabiliti nella fase di definizione [B] | ||
+ | {{ : | ||
+ | Da questo primo loop, con ogni probabilità, | ||
+ | Integrando nello sviluppo del prodotto un’ottimizzazione di tipo formale il processo guadagna molto in robustezza e anche in velocità: basti infatti pensare che questo loop può essere automatizzato, | ||
+ | L' | ||
+ | {{ : | ||
+ | >Coi tempi della F1 tutto ciò assume la massima importanza, perché l' | ||
+ | ===Aspetti formali di definizione del problema=== | ||
+ | {{ : | ||
+ | Il problema generale di ottimizzazione si formula in questi termini: l’obiettivo è trovare il minimo di una F(x) sul dominio x. Dicendo minimo si coprono tutte le possibili casistiche, perché nel caso dovessimo trovare un massimo basta cambiare di segno la funzione. | ||
+ | La F(x) è soggetta a due tipi di vincoli: | ||
+ | ***behavioural constraints**, | ||
+ | ***side constraints**, | ||
+ | Questa è la formulazione più generale possibile, ma partire da questa si possono fare vari distinguo, in base alla natura delle funzioni e delle variabili: | ||
+ | *le funzioni possono essere **lineari** o **non lineari** | ||
+ | *i **vincoli** possono essere presenti o meno, | ||
+ | *l’ottimizzazione può essere **continua**, | ||
+ | *si può avere un solo **obiettivo** oppure più di uno | ||
+ | *si può avere un solo **punto di minimo** oppure più di uno | ||
+ | *l’ottimizzazione può essere **deterministica** o **non deterministica**, | ||
+ | |||
+ | === Applicazione pratica === | ||
+ | {{ : | ||
+ | > | ||
+ | >Poniamo di essere in montagna e di trovarci in un punto (stella nell' | ||
+ | Applichiamo ora il metodo contenuto nell' | ||
+ | Dal punto di vista analitico, trovare la pendenza di una superificie in un suo punto, nota la funzione F, equivale a trovarne il gradiente, cioè il vettore che ha come componenti le derivate parziali della funzione in tutte le singole variabili. Il gradiente di fatto individua, di una superficie, la direzione di maggiore ripidità. Perciò, per trovare il punto di minimo, si prende il negativo del gradiente. Questo viene chiamato S, e il metodo che fa uso di questo gradiente negativo è detto metodo **steep descent**. | ||
+ | {{ : | ||
+ | Se partiamo da un punto X0, valutiamo S, che ci darà la direzione in cui muoverci, e ci muoviamo nel punto X1, che sarà individuato dalla formula X1 = X0 + alpha*S, dove alpha è uno scalare. Iterativamente, | ||
+ | Se abbiamo un vincolo sulle variabili utilizziamo la stessa logica, ma, quando tocchiamo la frontiera del campo di libertà della variabile, ci muoviamo lungo di essa fino a trovare il punto di minimo compatibile col vincolo. | ||
+ | {{ : | ||
+ | === Ottimizzazione discreta === | ||
+ | Normalmente, | ||
+ | La strategia più semplice consiste nel trovare il minimo con valori continui, e poi arrotondare al valore immediatamente superiore o inferiore. | ||
+ | Una logica più raffinata è il **conservative discrete design**, che consiste nello scegliere, per ogni variabile che possa assumere solo valori discreti, il valore immediatamente precedente o successivo a quello ottimale, optando per quello che viola meno i vincoli. Questo richiede, in fase di analisi, definito n il numero di variabili di progetto, un numero pari 2*n simulazioni. | ||
+ | Una logica ancor più sofisticata è il **design of experiments**, | ||
+ | ===Ottimizzazione multi-obiettivo=== | ||
+ | {{ : | ||
+ | Spesso capita di avere più obiettivi in fase di progetto, spesso in antitesi l’uno rispetto all’altro (es. massimizzare le prestazioni minimizzando i consumi, massimizzare la sicurezza passiva minimizzando il peso, ecc..). É pertanto necessario fare qualche considerazione accessoria. Vediamo due funzioni i cui punti di minimo sono individuati separatamente (figura). Se ci poniamo sul punto M1 (minimo della funzione 1) vediamo che la funzione 1 è al suo minimo, ma la funzione 2 è ben distante dal minimo. Le stesse considerazioni si applicano al punto M2. Supponiamo ora di voler cercare, a partire da M1, dei valori che rendono la funzione 2 più vicina al valore minimo: notiamo che, se ci muoviamo nella direzione in cui la funzione 2 decresce, questo va a scapito del minimo della funzione 1, e viceversa partendo da M2. I punti compresi tra M1 ed M2 sono detti **punti ottimali secondo Pareto**, ed individuano le funzioni non di ottimo, ma di miglior compromesso tra due funzioni obiettivo che hanno minimi di funzione diversi. | ||
+ | Se trasferiamo queste due funzioni in uno spazio detto **spazio delle funzioni obiettivo**, | ||
+ | Nei casi più complicati, in cui non è possibile una rappresentazione grafica su due assi, si richiedono metodi più complessi, che possono, per esempio, ridurre una ottimizzazione multi-obiettivo ad una ottimizzazione mono-obiettivo utilizzando come funzione // | ||
+ | ===Punti di minimo plurimi=== | ||
+ | {{ : | ||
+ | Esistono casi in cui il punto di minimo non è unico, ma ne esiste più di uno. Da un punto di vista grafico la soluzione è ovvia, ma diventa più complicata nel caso in cui non si conosca l’andamento delle funzioni. Con riferimento alla figura, se abbiamo una funzione come quella nel grafico a sinistra, da qualsiasi punto di partenza si convergerà nel punto di minimo A. Se invece abbiamo una funzione come quella nel grafico a destra, a seconda del punto di partenza si convergerà sul punto P o sul punto Q. Nessuno dei 2 è errato, ma Q è una soluzione migliore rispetto a P. La logica utilizzata dagli ottimizzatori è quella di utilizzare un numero elevato di punti di partenza, ben sparpagliati, | ||
+ | ===Esempio=== | ||
+ | Prendiamo una struttura semplice, con dei requisiti di prodotto, di cui minimizzare una funzione di costo. É un problema semplice ma richiede un approccio articolato. | ||
+ | {{ : | ||
+ | La struttura è una colonna, vincolata con 2 cerniere alla base e al punto più alto, su cui abbiamo un carico P. Vogliamo definire le caratteristiche in termini di diametro medio e di spessore in modo da minimizzare il costo, che è definito dalla funzione C. Abbiamo due // | ||
+ | Il primo passo consiste nel formulare il problema secondo il formalismo utilizzato per la definizione generale di ottimizzazione: | ||
+ | Ora possiamo creare un grafico, in cui avremo sulle ascisse il diametro medio e sulle ordinate lo spessore. Disegniamo i //side constraints//, | ||
+ | {{ : | ||
+ | A questo punto non resta che disegnare la funzione di costo C in funzione di d e t, che si presenta come una serie di iperboli, ad ognuna delle quali corrisponde un valore di C. Avendo limitato lo spazio delle variabili, possiamo escludere tutte le iperboli che non ricadono nello spazio ammissibile, | ||
+ | {{ : | ||
+ | ===== Ottimizzazione: | ||
+ | ===Size optimization=== | ||
+ | |||
+ | |||
+ | |||
+ | |||
+ | Il primo metodo di ottimizzazione che è stato sviluppato è il metodo di Size Optimization. Secondo questo metodo si parte da una struttura che ha una forma assegnata. Di questa struttura si variano i parametri strutturali che assumono il significato di variabili. I parametri strutturali sono per esempio lo spessore, i diametri, le dimensioni delle sezioni; sono variabili parametrizzate a seconda delle caratteristiche geometriche della struttura. | ||
+ | Partendo da una struttura di questo tipo in cui non si fa particolare attenzione ai vincoli di robustezza, ci si pone il problema di trovare una struttura di peso minimo che ci garantisca una deformata massima sotto un determinato carico. | ||
+ | {{ : | ||
+ | L’ottimizzazione di tipo size va ad aumentare le sezioni che lavorano di più e va a ridurre le sezioni che non danno un grosso contributo dal punto di vista del vincolo. | ||
+ | {{ : | ||
+ | Da notare che nonostante la struttura sia stata ridimensionata la forma è rimasta la stessa, sarà poi compito del progettista valutare se mantenere gli elementi strutturali che sono stati ridotti. | ||
+ | |||
+ | ===Shape optimization=== | ||
+ | |||
+ | |||
+ | Un altro tipo di ottimizzazione che si usa in ambito strutturale è l’ottimizzazione di forma. Il grosso della forma della struttura è assegnato, quello che l’ottimizzazione fa variare è la forma delle caratteristiche geometriche della struttura in particolare i raggi di raccordo, forme di alleggerimento, | ||
+ | La shape optimization partirà dalla configurazione iniziale e andrà a perturbare la forma delle caratteristiche geometriche secondo quelli che sono dei vettori di perturbazione (pi). I vettori di perturbazione sono definiti dall’utente. | ||
+ | {{ : | ||
+ | La forma finale sarà una combinazione lineare di questi vettori. L’ottimizzazione ha come scopo quello di trovare la combinazione dei coefficienti di scalatura dei vettori di perturbazione ottimale che ci garantisce il rispetto dei vincoli mantenendo il peso più basso. | ||
+ | {{ : | ||
+ | L’entità della deformazione dipende dalla quantità dei vettori di perturbazione che si usano. | ||
+ | |||
+ | ===Topography optimization=== | ||
+ | Un caso particolare di shape Optimization è la Topography Optimization. In questo tipo di ottimizzazione, | ||
+ | Vengono tipicamente utilizzate per lamierati o pareti a spessore costante. | ||
+ | {{ : | ||
+ | \\ | ||
+ | |||
+ | Esempio topography Optimization: | ||
+ | {{ : | ||
+ | |||
+ | ===Topology optimization=== | ||
+ | |||
+ | Abbiamo visto fino ad ora tipi di ottimizzazione che non ci danno indicazioni su come cambiare la forma della struttura | ||
+ | |||
+ | L’ottimizzazione si occuperà di scaricare la struttura del materiale inutile, ma in modo tale da mantenere i vincoli assegnati.\\ | ||
+ | {{ : | ||
+ | Come risultato ci si aspetta una struttura con una buona distinzione tra parti piene e parti vuote, quello che sarebbe interessante vedere è una soluzione di tipo binario cioè vedere se una parte funziona al 100% e una parte invece che non funziona. Non è utile vedere delle zone grigie cioè con delle parti che collaborano un po’ si un po’ no.\\ | ||
+ | {{ : | ||
+ | |||
+ | |||
+ | L’ottimizzazione topologica può essere vista come un’ottimizzazione di size portata all’estremo in cui la variabile di progetto è la densità | ||
+ | |||
+ | Ogni rigidezza e densità delle cellette diventa variabile di progetto per cui anche su una struttura piuttosto semplice il numero delle variabili diventa difficile da gestire soprattutto per un ottimizzazione di tipo discreto. | ||
+ | Si è quindi deciso di trasformare questo tipo di ottimizzazione da discreta a continua facendo variare la densità del materiale tra il valore nominale e il valore 0. | ||
+ | Pensiamo di mettere una relazione lineare tra la densità e la sua rigidezza, con questo tipo di relazione il risultato dell’ottimizzazione sarà una struttura povera dal punto di vista costruttivo. Per ovviare a questo problema è stato introdotto un termine di penalizzazione in modo di non avere una legge lineare. | ||
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+ | Utilizzando queste curve riusciamo ad avere come risultato dell’ottimizzazione delle strutture che hanno una suddivisione molto più netta tra quelle che sono le zone di materiale che lavora molto e le zone di materiale che lavora poco. | ||
+ | La topologica è uno strumento molto utile per le strutture a trave. | ||
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+ | {{ : | ||
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+ | ===== Ottimizzazione: | ||
+ | ===Esempio: pedale freno con carico applicato sulla pedana=== | ||
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+ | Imponiamo che lo spostamento delta sia inferiore a un certo limite, vogliamo trovare la forma che deve avere per avere il peso più basso. | ||
+ | Il volume della struttura è diviso in due parti: una parte è quella designabile l’altra parte è quella che non può essere modificata. | ||
+ | Ottimizzazione di tipo topologico: | ||
+ | |||
+ | creare un modello a elementi finiti della struttura: la struttura è stata sostituita a una mesh piuttosto fine e sono stati assegnati a questi elementi delle proprietà di un materiale che può essere simile all’alluminio. | ||
+ | {{ : | ||
+ | \\ | ||
+ | |||
+ | Si applica il metodo dell’ottimizzazione topologica secondo il modello di materiale isotropo con il penalty factor di 4. Quello che risulta è una distribuzione del materiale secondo le densità. | ||
+ | dalla mappa risultante delle densità si possono notare 2 cose: | ||
+ | il materiale non designabile è rimasto al suo valore di densità nominale | ||
+ | |||
+ | il materiale designabile della struttura invece è variato; una porzione della struttura è a densità molto basse, la parte restante è a densità 1. | ||
+ | Si nota che la transizione tra materiale a bassa densità e il materiale a alta densità è compressa, il che è un risultato positivo, c’è una separazione piuttosto netta tra la parte di materiale che collabora e la parte di materiale che è superflua. | ||
+ | Non sappiamo molto però dal punto di vista delle indicazioni costruttive. Per avere delle indicazioni più ingegneristiche si possono tagliare le porzioni di materiale che hanno densità sotto un certo limite | ||
+ | {{ : | ||
+ | Si può notare che le parti rosse della mappa di densità sono sopravvissute. | ||
+ | Molta parte della struttura iniziale è stata eliminata perché evidentemente ai fini dell’ottimizzazione non dava alcun contributo. | ||
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+ | Questo tipo di forma è sicuramente la più efficiente, ma purtroppo non è realizzabile. | ||
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+ | Per rendere la strutture realizzabili sono inseriti all’interno delle simulazioni dei codici di vincolo che vanno a interagire con il processo di ottimizzazione in modo tale da indirizzarlo a produrre delle strutture che siano compatibili con dei metodi di produzione standard. | ||
+ | {{ : | ||
+ | Per esempio si può imporre che la geometria finale possa essere realizzata per fusione o estrusione. Si possono anche inserire dei vincoli più complessi tale per cui la struttura finale presenti una simmetria. Il risultato finale è molto simile a quella che sarà la realizzazione | ||
+ | ===Esempio: ottimizzazione compositi laminati=== | ||
+ | {{ : | ||
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+ | Le strutture in carbonio vengono costruite mettendo su degli stampi una sequenza di pelli, dando orientazione e spessore in base al tipo di carichi ed al comportamento che si vuole fare assumere alla struttura. | ||
+ | In questo caso le variabili di costruzione della nostra struttura non sono solo i volumi di partenza ma possiamo variare: | ||
+ | *Il numero di pelli, cioè quanto spessore diamo ad ogni singola porzione della struttura; | ||
+ | *La forma delle pelli: tutte le pelli ricoprono la struttura oppure possiamo tagliarle e metterne di più nelle zone più caricate; | ||
+ | *Orientazione delle pelli: i compositi, in particolare gli unidirezionali, | ||
+ | *Materiale delle pelli; | ||
+ | *Sequenza di laminazione: | ||
+ | {{ : | ||
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+ | Si divide anche qui la struttura in No Design Volume ed Design Volume e come nel caso dell’ottimizzazione topologica dovremmo partire da una struttura che è sovrabbondante, | ||
+ | Questo tipo di algoritmo di ottimizzazione viene denominata ottimizzazione free-size che risulta essere il corrispettivo dell’ottimizzazione topologica applicata ai compositi. | ||
+ | Il termine size indica che si va a variare lo spessore delle pelli mentre free perché non si lavora sulle macro aree della struttura, ma ogni singolo elemento ha una variabile che può variare indipendentemente dalle altre e quindi diventa ottimizzabile. Nell’esempio in figura sono stati utilizzati 5 spessori dove ogni colore rappresenta un orientamento ed un materiale. Tipicamente nelle strutture complesse non si conoscono a priori le zone più sollecitate e quindi si cerca di mettere un numero di pelli sovrabbondanti con materiale, spessore ed orientazione variabili per coprire la struttura a 360°. | ||
+ | L’ottimizzazione Free-Size ci darà una distribuzione di spessore anziché una distribuzione di densità. | ||
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+ | Come si vede dalla figura sopra, ci sono delle zone che vengono scaricate molto (esempio la parte superiore cerchiata in rosso) e zone invece caricate di più (zone colorate in rosso). | ||
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+ | Gli spessori sono ottenuti tramite una sequenza di pelli che vengono ridisegnate e ritarate, con lo spessore a seconda del materiale, dall’ottimizzazione. | ||
+ | L’ottimizzatore produce una sequenza di pelli di forma e spessore variabili, che sono il primo risultato del processo di ottimizzazione di questa parte in composito. | ||
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+ | Questa fase elimina dalle variabili la forma delle pelli, perché bisogna ottimizzare solo lo spessore. Quindi, non si ha più una Free-Size Optimization perché la forma è stata definita, ma si ha un’ottimizzazione meno complessa che è solo una Size. | ||
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+ | Questa sarebbe un’ottimizzazione ottimale ma in realtà bisogna fare alcune considerazioni: | ||
+ | *Se si guardano bene le pelli si notano alcune con spessore molto basso e altre con spessore molto alto, quindi ci sono delle pelli che dal punto di vista del risultato non daranno un grosso contributo mentre altre guideranno il comportamento della struttura. | ||
+ | *Le pelli avranno sicuramente delle forme ottimali dal punto di vista della geometria, ma per quanto riguarda la fase costruttiva, | ||
+ | In merito a queste considerazioni, | ||
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+ | {{ : | ||
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+ | In questa sequenza di tre immagini delle fasi dell’ottimizzazione Size, le pelli descritte in precedenza vengono disposte e sequenziate sulla struttura facendo variare lo spessore, finché nel rispetto dei vincoli non si raggiunge il punto di ottimo che corrisponde alla minore massa della struttura. | ||
+ | Come risultato finale si avrà un Layout più regolare ed una distribuzione di pelli fisicamente realizzabile, | ||
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+ | Come ben noto, un laminato ha caratteristiche diverse a seconda del fatto che certi tipi di materiale si trovino a metà dello spessore oppure verso l’estremità dello stesso. Inoltre, ci sono delle altre considerazioni di tipo costruttivo, | ||
+ | In sostanza, con le considerazioni sopra fatte, si potrebbe compiere un ulteriore passo, che consiste nella ricercare dell’orientazione ottimale nella sequenza delle pelli.Passo che comunque non comporta una variazione ulteriore di peso della struttura. | ||
+ | E stato descritto un metodo di ottimizzazione topologica con due percorsi alternativi ma potrebbero esistere altre ottimizzazioni con l’integrazione tra i diversi metodi a diversi livelli di avanzamento del progetto. | ||
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+ | ~~DISCUSSION~~ |